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IL VOLTO DEI POTENTI
(ROLLOVER)
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  Stampa questa scheda Data della recensione: 19 gennaio 1984
 
di Alan Pakula, con Jane Fonda, Kris Kristofersson (Stati Uniti, 1982)
 
Fantafinanza: Jane Fonda, ex diva del cinema, è la moglie di un banchiere misteriosamente assassinato. L'infausto avvenimento la obbliga a lanciarsi nel dedalo (assolutamente inestricabile per il malcapitato spettatore) dell'alta finanza internazionale. Quando gli sceicchi cattivi ritirano i loro dollari dalle banche americane, il sistema mondiale finisce in bancarotta. Ma per i nostri due eroi seducenti già s'indovina un futuro: ricominciare da zero. Da buon pioniere, abbi fede nelle Nuove Frontiere. Prodotto e sostenuto entusiasticamente da Jane Fonda per motivi autobiografici fin troppo evidenti (assassinio del banchiere a parte), Rollover non ha avuto un gran successo sugli schermi americani. E nemmeno su quelli europei: tanto da giungere soltanto ora nelle nostre sale.

E costruito (ma è il caso di dirlo?) con professionalità inappuntabile: i due protagonisti recitano con convinzione. E il regista, che è l'autore del successivo La scelta di Sofia, è un nome di lusso nel cinema "moderno" americano: qui costruisce, in uno stile da telescrivente, un universo asciutto e essenziale, fatto di segni elettronici, di numeri e di cifre, proprio per sottolineare l'estraneità dell'individuo ad un universo di calcolo e di profitto sempre più misterioso e angoscioso. Levigato, efficace (e quindi anche calcolato) finisce però con essere lo spirito del film stesso: le formule del thriller, la morale americana di una società sana che riesce comunque a cavarsela, la volontà di estraniare lo spettatore dalla comprensione di una vicenda, un gioco, ritenuto superiore, tutto concorre a proiettare Rollover nel limbo delle operazioni di consumo. Esattamente come quelle prodotte dalla filosofia che il film vorrebbe criticare.

Il guaio non è tanto quello di un film anonimo in più o in meno. Ma piuttosto quello sull'anonimato nel quale stanno cadendo tutti i "giovani" cineasti americani degli anni settanta. Dov'è finito quel cinema che si chinava sulla propria storia, e su quella della propria società, per scoprire il cancro dei miti sui quali ambedue si basavano? Dov'è finito il cinema di Altman e Pollack, di Boorman e Coppola, di Scorsese, Rafelson o, appunto, Pakula?


   Il film in Internet (Google)

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